Nel nostro nuovo disco, ulteriore capitolo di una vicenda che continua da ormai più di 40 anni, abbiamo riunito 14 brani (12 inediti più una nuova versione di "Se Chanta") che permettono a chi ascolta di intraprendere un viaggio attraverso i temi, i racconti, le atmosfere e le sonorità che hanno caratterizzato, sia pure alla luce di una continua evoluzione, la nostra "rota", vale a dire il nostro cammino. Siamo partiti, all'inizio del percorso, come semplici suonatori che si ricollegavano alle proprie radici per riprodurre gli antichi canti e le danze tradizionali e, un po' per volta, su questa "rota", senza quasi rendercene conto abbiamo visto cambiare completamente la nostra musica, diventare la danza-canzone che tutti ormai conoscono, nelle valli.

 "La Meison" (titolo del disco) è la casa in cui ci ritroviamo a raccontare davanti al fuoco acceso, gli incontri, le glorie, le delusioni, le avventure, i sogni, le gioie e le amarezze di tanti viaggi, di tante piazze. I suonatori di viola tornano a casa, e portano con loro una "cabassa" di ricordi per accendere la fantasia di figli e (ahimè) nipoti, tra tante storie che non puoi trovare on line, ma solamente nella magia sempre più rara dell'incontro con un amico. E Lou Dalfin ti parlerà del mare soltanto immaginato, sognato da chi vive sotto le montagne, del pastore ubriacone, "santon" sempre allegro di un presepio provenzale dove il muschio e la corteccia fanno da scenografia a una bonaria fairytale of Caralh. Ti racconterà dei manhins, demoni antichi che vorrebbero dipingere la terra di nero, degli avvoltoi intenti a portare via la morte e gli idioti su per i cieli della Valle Stura.

È il nostro mondo, di festa e di pensiero, in cui riescono a stare insieme i fuochi di San Giovanni con le loro scintille che ricadono sui ballerini felici e i pensieri di un viandante coerente sotto la casa natale del martire anarchico Bartolomeo Vanzetti. E poi il cane nero di Churchill, il kitsch di una luminaria e una pro loco in cielo, una musica intagliata con il Vernante e suonata per chi abbiamo amato, il silenzio dei funghi nei boschi, una giostra che suona nel giardino del palazzo dei Papi di Avinhon, gli interrogativi sulla conoscenza da parte di un suonatore di strada. Il tutto sostenuto dai nostri strumenti: ghironde, fisarmoniche, cornamuse, flauti, plettri che dialogano con il basso, la chitarra, la batteria e un po' di elettronica del presente.

Sergio Berardo

La Meison contiene 14 brani di cui 12 inediti è il primo disco dal 2016; Prodotto da Madaski, Roberto Avena e Sergio Berardo; distribuito da Self Distribuzione


Tracklist:

1 LA MEISON (BERARDO)

2 MANHIN (BERARDO)

3 L’OSTAL DE BART (BERARDO)

4 NÒSTRA MAR (BERARDO)

5 HOC UNUM SONO (BERARDO)

6 ARMA (BERARDO)

7 BARBA LAURENÇ (BERARDO)

8 L’AGLASS (BERARDO)

9 LO GIARDIN DAU PAPA

10 LO SILENCI DI BOLETS (BERARDO)

11 BÒNA SANT JOAN

12 DUAS BORREIAS: TARAPARA – VEÇ NIER (BERARDO)

13 LUMINAIRE (BERARDO)

14 SE CHANTO (TRAD.)

 

Lou Dalfin:

Sergio Berardo (fondatore del gruppo, voce, ghironda, organetto, flauti)

Riccardo “Ricky” Serra (batteria)

Dino Tron (fisarmonica, organetto, cornamusa)

Enrico Gosmar (chitarra)

Carlo Revello (basso)

Mario Poletti (mandolino, banjo, buzuki)

Enrica Bruna (flauti)

 

Hanno, inoltre collaborato:

Daniele Giordano, Dario Avena, Elia “Rouge” Zortea, Cristina Saltetto, Luca Poetto, Madaski, Chiara Cesano, Emma Rouault.

 
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